Al giorno d’oggi, 30 milioni di cinesi vivono in grotte sistemate sul fianco delle montagne. Una statistica incredibile, ma comunque autentica.
È una questione di soldi?
Come si può supporre, la maggior parte di queste grotte contengono il minimo indispensabile per permettere ai loro abitanti di vivere al riparo (per, circa, una ventina di euro al mese). Altre, inoltre, sono attrezzate e dotate di elettricità come acqua corrente. Infine, esistono delle «grotte di lusso» grandi circa 70 metri quadrati (con tre camere e un bagno). Comprare una di queste può costare quasi 35.000 dollari! Quest’ultimo modello è tuttavia ben lontano dalle preoccupazioni delle persone che abitano, per la maggior parte, gli yaodong. Molto anziane, nella loro grande maggioranza, vivono in maniera molto frugale e non prevedono affatto di lasciare il loro alloggio.
Al contrario, i cittadini sono molto aperti all’idea di sperimentare la vita in una grotta. Per loro, basta sborsare quasi 200 yuan (ossia 25 euro) per passare un mese nella cava della roccia.
Vivere tra le rocce
La vita moderna e la sua comodità, molti cinesi sembrano aver fatto una croce sopra, scegliendo di vivere in grotte. Infatti, in alcune regioni del nord della Cina, come lo Shaanxi, il Gansu, lo Shanxi e l’Henan, vere e proprie città troglodite ospitano decine di milioni di cittadini dell’impero di Mezzo (si contano circa 30 milioni di cinesi che vivono in tali dimore).
Chiamate «yaodong», in mandarino, queste abitazioni hanno una struttura ha volta intera e datano, per alcune di esse, dalla dinastia Han (da-206 a 220). In seguito, queste dimore conobbero il loro apice durante le dinastie Ming (1368-1644) e Qing (1644-1912). Più di recente, Mao Zedong stesso ha soggiornato in questo tipo di abitazioni, nel corso degli anni 1930, mentre la Longe Marche aveva come destinazione la città di Yan’an.